Il 69 % circa dell'acqua dolce è ubicato nei ghiacciai e nei nevai perenni, il 30 % si trova nel sottosuolo e solo l'1% scorre in superficie sotto forma di fiumi e laghi.
L'irrisoria quantità d'acqua localizzata nei fiumi e nei laghi, potenzialmente utilizzabile, è distribuita in modo fortemente diseguale sulla superficie terrestre, Canada e Siberia ne hanno in abbondanza mentre nel nord Africa vi è una carenza cronica.
Attualmente circa un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all'acqua potabile su un totale complessivo di quasi 7 miliardi di popolazione globale, 2,4 miliardi non hanno a disposizione impianti fognari adeguati e circa 1 persona su 3 non beneficia di alcun sistema di depurazione delle acque di scarico.
Il 40% della popolazione del pianeta vive in 80 paesi classificati come aridi o semiaridi e le proiezioni demografiche prevedono che nel 2050 in quelle zone vivrà il 65% della popolazione stessa.
Nei paesi in via di sviluppo il 90% dell'acqua di scarico viene riversata nei torrenti e nei fiumi provocando oltre 250 milioni di malati all'anno; studi dedicati alla problematica sono indirizzati ad un aggravamento esponenziale della situazione attuale.
Le cause di questo disastro sono molteplici ma le principali sono dovute ad una concatenazione di eventi quali il costante aumento della popolazione mondiale che comporta una maggiore richiesta di risorse; l'inquinamento riduce ulteriormente le risorse a disposizione contaminandole e il riscaldamento globale crea gravissime ripercussioni sull'assetto idrico del pianeta.
L'acqua sta diventando un bene raro, prezioso e in analogia con il petrolio, causa di conflitti; esempio classico fu il bombardamento fatto dagli israeliani sulla diga in costruzione sul fiume Yarmuc (affluente del Giordano in Giordania), per prevenire possibili riduzioni della portata idrica di quest'ultimo e l'occupazione delle alture del Golan da cui si controlla il bacino superiore del Giordano.
Nelle zone più aride, la questione idrica serve ad alimentare la propaganda dei regimi nazionalistici; l'acqua si è trasformata in obbiettivo strategico da utilizzare per colpire e indebolire gli avversari.
Mezzi di comunicazione di massa e politici diffondono l'idea che finché l'acqua è un bene sociale e non economico vi saranno sempre più sprechi e sempre meno risorse disponibili, dunque la panacea di tutti i mali è la privatizzazione delle risorse idriche.
Considerare l'acqua come un bene economico vuol dire trasformarla in un oggetto con il quale si possono fare soldi, tanti soldi, tutti hanno bisogno d'acqua, tutti, se la vogliono, devono comperarla.
La grande corsa alle privatizzazioni dai servizi di distribuzione, potabilizzazione riciclaggio è cominciata.
Le principali aziende beneficiarie delle privatizzazioni in atto a livello globale potranno essere:
Nalco Holding (sito) servizi di raffinazione e lavorazione di prodotti petrolchimici, trattamento ed impiantistica idrica, trattamento dei fluidi.
ITT Corporation (clicca qui) società di Engineering, un colosso da 40 mila dipendenti che operano in tutti i continenti in varie business unit, principalmente sistemi di difesa (58% dei ricavi), la costruzione di impianti per gestione di acqua e liquidi (31%), e controllo delle acque e dei corsi (11%); qui non trattandosi di una “utilities” la crisi si è fatta sentire: il fatturato del 2009 – 10.904 mln di $ - rispetto al 2008 ha registrato un calo del 7% principalmente imputabile alla Business Unit legata alla costruzione di impianti per la gestione di acqua e liquidi, in calo del 14%; l'utile operativo ha registrato una perfomance ancora peggiore del fatturato: il calo Y/Y è stato di circa il 33%.
Danaher Corporation (clicca qui), bisognerebbe scrivere pagine su pagine di quello che produce sia di componentistica che che strumentazioni per il settore acqua ad ogni buon fine potete vedere il bilancio cliccando qui;
Veolia (clicca qui), è una big utilities; è francese ed è quotata sia al Nyse che nel listino francese, territorialmente è presente in Francia, Europa, Nord America, Asia.
I numeri sono da big: valore della produzione si aggira intorno ai 35 mld di euro, l'utile del 2009 è stato di 584 mln in aumento rispetto al 2008 del 44% performance ottenuta anche grazie ad un piano di risparmio sui costi.
Le business unit “veoliane” riguardano l'acqua (36% dei ricavi), servizi ambientali (26%), servizi energetici (21%) e trasporti (17%).
Trattandosi di utilities il discorso è identico come per Acqua America: osservando il bilancio, a settembre 2009, non si può fare altro che constatare il mantenimento degli indicatori: i ricavi - circa 769 mln di sterline- hanno registrato un incremento di circa il 2% e l'utile finale si è mantenuto costante a 348 mln di sterline.
Dimensionalmente parlando non si tratta di un colosso nel suo settore.
Acqua America (clicca qui) nyse WTR; il bilancio non è stato minimamente scalfito dalla crisi, anzi il bilancio di questa società che fornisce servizi idrici a 3 milioni di persone in 14 stati degli USA, ha tutti gli indicatori di bilancio – dai ricavi all'utile finale – in continuo progresso fin dal 2005.
Il 2009, confrontato col “prior year” 2008 fotografa una costante crescita – ricavi + 6,9% - utile netto +6,6% - una situazione sana che in altri business è stato difficile riscontrare dall'ultimo trimestre del 2008, periodo in cui è esplosa la crisi finanziaria mondiale dal quale abbiamo visto risultati in tensione e decisa flessione.
La società ha registrato nel 2009 un valore della produzione di circa 670 mln di dollari, circa 510 mln di euro, non è quindi un colosso del settore: le nostre Hera ed Iride fatturano rispettivamente circa 4,2 miliardi e 2,5 miliardi di euro.
Kurita Water industries (sito) Kurita, giapponese, è una società di engineering impegnata nel business della costruzione di impianti per la gestione dell'acqua e dell'ambiente (water and environmental management) sotto vari aspetti, sopratutto industriale.
I numeri hanno registrato Y/Y un calo, sono comunque da colosso: in dollari il fatturato nel 2009 è stato di 2,033 mld (in calo del 2,5%) e l'utile finale di 166 mln in calo 11%.
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