Giuseppe Carpentieri
MDF Parma
Giuseppe Carpentieri (MDF Parma) risponde all'intervista di Paolo Ferrero.
Caro direttore Marsiletti, chi vi scrive è un socio del Movimento per la Decrescita Felice (MDF) di Parma nonché membro del direttivo nazionale, dopo aver letto l'intervista pubblicata, di Paolo Ferrero su Parmadaily (11 luglio 2010), mi è parso doveroso scrivere un chiarimento per i lettori della sua testata.
Prima di tutto è meglio chiarire che in Italia si sono sviluppate diverse opinioni politiche circa il concetto di decrescita e diversi modi di affrontare tale argomento, c’è chi discute in ambito teorico concettuale e chi tenta di applicare tale teoria.
C’è chi pensa debba essere un partito e chi pensa debba essere un cambio di paradigma culturale che non ha colori di partito ma riguarda la società intera.
Ricordiamo che la decrescita fonda la sua teoria politica sul concetto di bioeconomia e già questo aspetto dovrebbe far pensare a chi né discute, forse a volte senza approfondire, che nessun soggetto politico esistente pone al centro del pensiero i problemi derivanti dagli attuali sistemi produttivi, che ahimé sono tutti fondati sulla termodinamica classica e, l’economia di sistema (macro e micro) ignora tali leggi della fisica, compreso l’attuale sistema di capitali sia esso monetario, finanziario (borse telematiche) che appunto produttivo (industria)....
Deve esser chiaro che nessun partito di Governo, negli USA ed in Europa vuole accettare il fatto che bisogna mutare l’attuale sistema economico e produttivo e per farlo è necessario un cambio di paradigma culturale e, non si tratta di socialismo, capitalismo, comunismo ma di comprendere cha la natura ha leggi ben note mentre chi detiene il potere ha inventato un sistema di scambio ingannevole, alienante, innaturale ed è questa la ragione di fondo che produce disastri nelle comunità poiché invece di lasciarci vivere da esseri umani integrati al sistema Universo siamo stati schiavizzati anche dall’ossimoro sviluppo sostenibile.
Capitalismo, comunismo, socialismo sono declinazioni dello stesso paradigma produttivo figlio della tecnica per la tecnica, figlio della crescita per la crescita. Persino la parola democrazia è stata svuotata di ogni significato e senso genuino per condizionare le masse.
I popoli sono stati oppressi ed ingannati dai non valori. Invece, la decrescita felice è il risveglio delle coscienze che pone l’uomo al centro, la tecnica a servizio dell’uomo e non il contrario come accade oggi in una società nichilista e psico-programmata attraverso i media dal dogma della moneta creata dal nulla e dal materialismo produttivo di capitalismo, comunismo e socialismo.
La decrescita felice riscopre il piacere di vivere in armonia con la natura, riattiva i rapporti umani ed il senso della reciprocità, condivide la conoscenza delle tecnologie socialmente utili e l’uso razionale dell’energia eliminando gli sprechi, insomma MDF applica la filosofia politica del buon senso che non ha colori di partito ma coscienza umana. L’aria, l’acqua, l’ambiente non hanno mai avuto padroni, sono elementi fondamentali per la vita di tutti e l’uso demenziale di tali risorse accade proprio perché c’è sempre stato qualcuno che voleva applicare il divide et impera tipico del potere per manipolare la percezione dell’opinione pubblica a sostegno delle SpA che finanziano e scrivono l’agenda dei partiti politici.
La Decrescita Felice è “felice” proprio in conseguenza di quanto sopra si espone: non lo è come forma di auto soddisfacimento personale (cioè soggettivo), bensì come oggettiva conseguenza dell’attuazione delle forme economiche ed ambientali che propugna.
MDF è un’associazione nazionale che continua a crescere e la sua anagrafe mostra un’età media più bassa rispetto al passato, questo lascia intuire che non siamo persone legate culturalmente a concetti obsoleti dei vecchi partiti ma cittadini curiosi, attenti ai valori costituzionali e soprattutto all’etica, si proprio quell’etica che manca nell’attuale politica, eppure basterebbe il semplice buon senso per evitare sprechi e consentire ai giovani di entrare nel mondo del lavoro.
In riferimento alle affermazioni di Ferrero ma come può esserci confronto con chi tiene ancora in considerazione il PIL? Questi ragionamenti sono a dir poco clamorosi dato che noti economisti ritengono non serva più a nulla (Commissione Stiglitz), anzi sin dalla sua nascita gli economisti dissero ai politici di fare attenzione ed invece cosa accade? Le banche centrali usano ancora il PIL quale indicatore per la crescita e soprattutto come strumento di misura del benessere.
Addirittura Ferrero si contraddice: «Noi vogliamo “de-mercificare”, non “de-crescere”, non vogliamo mettere la retromarcia e andare indietro, ma svoltare. Nel libro sull’accumulazione del capitale Rosa Luxemburg scriveva che il capitalismo ha bisogno di colonizzare sempre di più territori da mettere a valore dal punto di vista dell’accumulazione del capitale.»
Spero per lui che questa trascrizione sia un errore del giornalista perché de-mercificare vuol dire che produce meno merci quindi cala il PIL, cioè si decresce e poi, produrre meno merci non significa andare in dietro, soprattutto se si tratta di merci inutili (armi) o tossiche e, questo è il classico difetto culturale di chi pensa in maniera progressista cioè confonde l’avarizia con la crescita, perché la crescita non è materialista ma soprattutto culturale e spirituale.
Già da diverso tempo qualcuno sta sperimentando il Benessere Interno Lordo (BIL), altri la Felicità Nazionale Lorda, poiché gli indicatori tradizionali, come tutti i politici dovrebbero sapere, non misurano la qualità della vita ma solo la stupida quantità di merci prodotte in un anno solare, a cosa serva considerare solo questo dato per la vita degli esseri umani nessuno l’ho ancora compreso. Come ognuno può comprendere la vita su questo pianeta esiste perché c’è il sole e non perché ci siano banche centrali che prestano carta per un’immorale consuetudine.
Del resto Ferrero è stato Ministro del Governo Prodi, insieme a Padoa Schioppa entrambi noti amici degli interessi dei banchieri (Goldman Sachs), gli stessi che hanno prodotto l’attuale crisi mondiale, e Ferrero auspica: «capitalismo ha bisogno di colonizzare sempre di più territori», bhé tale affermazione è quanto meno anacronistica dato che non esiste più territorio al mondo dove non ci sia la schiavitù della crescita per la crescita. La Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale hanno condiviso ovunque le regole della Banca internazionale dei regolamenti (BIS), dall’Africa all’oriente nulla è sfuggito.
Nella sostanza chi ha amministrato questo Paese, direttamente o indirettamente, deve lasciare il passo a chi verrà, anche perché sarebbe assurdo che il futuro debba essere scritto e deciso da chi non lo vedrà mai per sopravvenuti limiti di età.
L'aria che tira
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giovedì 15 luglio 2010
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Ricordo il libro "Il mito della nuova terra" che studiai un paio d'anni fa per l'università. Un libro bello che propone un mondo alternativo a quello attuale. Un ritorno alle micro comunità, alle comunità di persone, non di masse. Un libro che ripercorre la storia dell'ecologia passando per Francesco D'Assisi e arrivando a F. Capra nel suo "Tao della fisica" (splendido).
RispondiEliminaUn mondo alternativo è sempre possibile.
La cosa grave è che la maggior parte della gente non lo vede o non lo vuole vedere. Intenta com'è a restare nel carrozzone di questo finto progresso e di questa vita emotiva a gettone.
mi hai fatto venire la curiosità di leggerlo, ho letto Comunità e Decrescita di DeBenoist ed è splendido..la gente deve essere proprio incastrata dalla sindrome di stoccolma, si innamora del suo aguzzino..
RispondiEliminasiamo estrapolati dalla nostra reale condizione di "animale" del pianeta per diventare carne da macello, non è un gran bel passo avanti, in fondo era più libero l'uomo delle caverne!