mercoledì 7 luglio 2010

Ne abbiamo già parlato, molta gente è bravissima a protestare contro la legge bavaglio, e contro la censura in generale, è bravissima a parlare di regime, di fascismo, di dittatura. Sono straordinari nel rivendicare il diritto di poter dire qualsiasi cosa, compreso offendere e insultare. Se non glielo permettete iniziano a fare girotondi e a rompere con le solite litanie su regimi e dittature.

Però, queste stesse persone, sono le prime a non tollerare alcuna forma di dissenso. O di critica. L’esempio più lampante è Michele Santoro, il divo televisivo di Annozero. Conosciamo bene le sue trasmissioni, e abbiamo ben presente le sceneggiate di Santoro contro censura e bavagli.

Ecco, poi capita che ti ritrovi a leggere di una querela, fatta da Santoro, ad un piccolo giornale emiliano, colpevole di aver pubblicato un articolo non gradito. Richiesta danni: più di 6 milioni di euro (il giornale avrebbe chiuso). Per fortuna, ed è notizia di questi giorni, il giudice ha dato torto a Santoro. Niente bavaglio, niente censura, niente chiusura del giornale. Al censore Santoro è andata male.

Da Daw-Blog

3 commenti:

  1. Niente da dire sull'articolo, mi piacerebbe sapere di che giornale si tratta per poterlo pubblicare su facebook e citare voi come fonte.
    Saluti, Gianni.

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  2. certo..ecco qua, un amico mi specifica quanto segue:

    "Santoro ha perso una causa di ben 6mln di euro contro un giornale e che
    nessuno abbia voglia di darne conto agli italiani ammaliati dall'ennesimo
    "paladino" della libera informazione (quella di suo gradimento, s'intende).

    Piccola verifica.

    Il giornale in questione è *La Voce di Romagna*, la richiesta di
    risarcimento danni da parte dell'anchorman era di 6.200.000€ e riguardava la
    pubblicazione di un articolo che "associava" la "bella vita" della moglie di
    Santoro ai "furbetti" romagnoli con conti a San Marino, yatch e ville
    varie...

    Il resto dei dettagli è di poco interesse (almeno a chi non è interessato a
    questo genere di gossip), riporto solo la conclusione della sentenza:
    "*gli scritti, nel loro complesso, non hanno travalicato il limite connesso
    all’esercizio del diritto di critica, ricorrendo all’esposizione di un fatto
    sostanzialmente vero*"


    Grazie Gianni

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