giovedì 13 marzo 2014

In Italia ci dilettiamo con la supercazzola di Renzi che regala ben....fino a 80 euro a chi guadagna fino a 1500 euro al mese (per chi non guadagna niente continueranno ad esserci i bidoni della spazzatura ed i ponti) tacendo  che dovrà pagarsi le addizionali Irpef + 12,1% rispetto al 2013.

L'impianto del magnate dei moralmente superiori viene chiuso, purtroppo 442 vittime devono essere state considerate fino ad oggi "effetti collaterali". Come per lo stabilimento Ilva che uccide a suon di tumori ed altre gravi patologie, ma per il leader del  partito della superiorità morale SEL di cui fa parte la Boldrini si può anche riderci sopra con Archinà. Come ha definito un altro uomo di sinistra come Michele Serra, in fondo son quisquiglie, rimproverando la dimissionaria candidata della lista Tsipras.

La stampa italiota non pensa certo sia il caso di dare rilevanza a questa importante iniziativa. Importante, perché portata avanti da un avvocato esperto e qualificato, eh sì, però un pò euroscettico vero. E pensare che intende sfruttare una caratteristica offerta dal Trattato di Maachstricht....ma tutti zitti. Eccola qua. Sotto altre news rilevanti


Gli USA alla conquista del sistema bancario italiano

Non crea una banca pubblica? E io denuncio lo Stato

Scritto il 12/3/14
Per «dolosa omissione governativa», coperta da «combutta del silenzio tra mass media, istituzioni, politica», l’avvocato Marco Della Luna annuncia che, insieme a Loris Palmerini, sta lavorando alla redazione di una denuncia alla Corte dei Conti per “danno erariale”. Un buco colossale, da 80 miliardi di euro l’anno. E’ quanto lo Stato potrebbe “risparmiare”, tagliando di colpo il debito pubblico, semplicemente facendo ricorso all’articolo 123 del Tue, il Trattato di Maastricht, fondativo dell’Unione Europea. Il trattato, scrive Della Luna nel suo blog, «consente agli Stati dell’Eurozona di dotarsi di una banca statale e di usarla per finanziarsi presso la Bce ai tassi che questa pratica alle banche, cioè ora allo 0,25%». Risultato: «Lo Stato italiano potrebbe così risparmiare circa 80 miliardi l’anno».

Perché nessuno si decide a imboccare questa strada? Germania e Francia già lo fanno, evitando di tassare a morte i cittadini e svendere il patrimonio nazionale a colpi di privatizzazioni.A far impennare i tassi di interesse, il deficit e l’indebitamento pubblico, scatenando il declassamento del nostro paese, ricorda Della Luna, è stata innanzitutto la scelta, già nel 1981, di rinunciare alla sovranità pubblica della Banca d’Italia, che garantiva lo Stato, costringendo in tal modo il governo a finanziare il proprio debito pubblico sui mercati finanziari speculativi internazionali. «Prima, il debito pubblico era sotto controllo. Da allora in poi, e sempre più, l’impennata dei rendimenti sta operando un massiccio trasferimento di redditi e asset, attraverso le tasse e i tassi, dalla popolazione generale e dal settore pubblico alla comunità bancaria-finanziaria sovrannazionale». L’Italia ha un forte avanzo primario. E il suo deficit, gonfiato dagli interessi passivi, è arrivato a 2.100 miliardi. Tutto questo serve solo a «“mungere” il lavoro e il risparmio degli italiani, anche attraverso un artificioso liquidity crunch che li costringe a svendere e a svendersi».Questo drammatico travaso, continua Della Luna, è aggravato in modo decisivo dal sistema dell’euro: la Bce ha infatti prestato migliaia di miliardi allo 0,50% non più allo Stato ma alle banche. Denaro col quale gli istituti di credito comprano Btp che rendono anche oltre il 4%. Se questa è la regola aberrante dell’Eurozona – privilegiare le banche e colpire lo Stato – è pur vero però che il Trattato di Maastricht concede una scappatoia: lo Stato può farsi prestare gli euro direttamente dalla Bce attraverso una banca pubblica, o di cui sia comunque azionista di maggioranza.

Perché i governi non vogliono approfittarne, salvando le finanze pubbliche senza più imporre “sacrifici umani”, super-tasse e tagli ai servizi vitali? «Perché sono al servizio degli stessi beneficiari di questo travaso», si risponde Della Luna, secondo cui l’ormai lontano divorzio tra Tesoro e Bankitalia resta una tappa fondamentale, sulla via della soppressione della sovranità monetaria e quindi della democrazia, insieme a Maastricht, all’euro, al Fiscal Compact.Una tappa fondamentale «non solo per la destabilizzazione finanziaria permanente dell’Italia e il suo perpetuo sfruttamento», ma anche per «la sottomissione politica dell’Italia al potere e all’interesse finanziario: è il grande golpe iniziale, rispetto a cui quelli recenti e ripetuti di Napolitano sono solo sotto-golpe attuativi». Due analisti indipendenti come Giovanni Zibordi e Claudio Bertoni hanno ottenuto conferma dalla Bce: se solo volesse, l’Italia potrebbe ottenere denaro a interesse bassissimo dalla Banca Centrale Europea, tagliando il debito di decine di miliardi l’anno, proprio in base all’articolo 123 del Tue. Obiettivo teoricamente a portata di mano, ma secondo Della Luna in realtà non realizzabile, perché «va contro gli interessi e i poteri che hanno, con successo e profitto, realizzato quanto sopra, acquisendo il dominio delle istituzioni nazionali ed europee».

Libree Idee

Gli USA alla conquista del sistema bancario italiano
di Luigi Tedeschi - 11/03/2014
Fonte: Centroitalicum

Dall'inizio del 2013 i fondi di investimento americani hanno acquisito partecipazioni nella borsa italiana per 82 miliardi di euro. Il valore delle partecipazioni americane è cresciuto dal 2013 di 30 miliardi. I fondi americani hanno acquistato soprattutto titoli bancari ed il valore delle partecipazioni da essi detenute è oggi pari a circa il 22% dell'intero settore bancario italiano. Sulla scia dell'interesse dimostrato dai fondi americani per i titoli bancari italiani si è verificato nella scorsa settimana l'aumento record delle quotazioni di MPS di quasi il 20%. Il fondo Blackrock, che è attualmente il maggiore investitore estero nella borsa italiana, possiede una partecipazione al capitale di Banca Intesa del 5% e potrebbe presto entrare con quote consistenti nello stesso MPS. Secondo recenti stime, il 20% dei titoli quotati in Piazza Affari è in mano americana. Tale situazione pone serie ipoteche circa le prospettive future del sistema creditizio italiano.
Questo afflusso vorticoso di capitali americani in Europa, specialmente nell'area dei paesi PIIGS dell'Eurozona, si è verificato in concomitanza del mutamento di politica economica effettuato dalla Fed. A seguito della crisi del 2008, la Federal Reserve ha promosso una politica estremamente espansiva della liquidità e pertanto, le banche, a fronte di finanziamenti della Fed a tasso zero, hanno effettuato investimenti nei paesi del Bric, cioè nei paesi emergenti, la cui crescita offriva possibilità di investimento ad elevato tasso di interesse. Ma le recenti misure di restrizione delle emissioni decise dalla Fed hanno determinato il deflusso dei capitali americani dall'area dei paesi emergenti per un ammontare stimato intorno ai 100 miliardi di dollari. Tale deflusso ha dirottato i capitali americani verso azioni e obbligazioni europee, alimentando in tal modo la crescita record delle borse dell'Eurozona. L'afflusso di capitali americani in Europa ha determinato, tra l'altro, una quotazione record del cambio euro/dollaro giunta al picco di 1,40 dollari per euro. Pertanto, gli investimenti americani sono stati incentivati dalla rivalutazione dell'euro nell'ultimo anno, che ha loro permesso lucrose speculazioni sul differenziale di valuta.
Il buono stato di salute delle borse europee ha dunque fornito a Draghi gli argomenti necessari per vantare la stabilità finanziaria raggiunta nella UE e per enfatizzare inoltre una ripresa in realtà debole ed incerta dell'economia europea, che è invece tuttora afflitta dalla disoccupazione e dal perdurante stato di  stagnazione della domanda interna. L'ottimismo di maniera ostentato dalla BCE, è un riflesso dei timori avvertiti dalla elite finanziaria europea e dalle classi dirigenti dei governi dell'Eurozona in prossimità delle elezioni europee del prossimo maggio. E' infatti diffusa la preoccupazione che dalle elezioni europee emerga il malcontento diffuso tra i popoli che scontano conseguenze della crisi e che nel nuovo parlamento europeo prevalgano forze politiche euroscettiche o anti - euro, quali i gruppi della Le Pen, Tsipras, M5S ed altri. Alla euforia della borsa, ad uno spread sceso ai minimi dal 2011, fa riscontro una super valutazione dell'euro che compromette la competitività e la crescita dell'economia europea, specie nell'export. Anzi, le economie dei paesi deboli, per recuperare competitività saranno presto costretti a orientarsi verso una politica deflazionistica, con ribasso dei prezzi, compressione ulteriore dei salari e depressione dei consumi interni. L'avvento della spirale deflazionistica, già scongiurata dalla BCE, torna di attualità negli orizzonti immediati dell'economia europea. Il tasso di inflazione è prossimo allo zero ed è quindi prevedibile una ondata deflazionistica con scarsa crescita e disoccupazione dilagante. La super valutazione dell'euro sortisce effetti negativi anche per quanto riguarda il debito pubblico degli stati. Infatti, mentre i paesi più forti possono compensare gli svantaggi nell'export con la discesa dei tassi quasi fino allo zero, i paesi più deboli subiscono invece un pernicioso aggravio dei tassi sul stesso debito pubblico, dato il maggiore coefficiente di rischio cui sarebbe esposto il loro debito pubblico.
C'è comunque da rilevare che l'economia reale dei paesi europei più deboli, tra cui l'Italia, non ha minimamente beneficiato di questo grande afflusso di capitali nell'Eurozona. Tali flussi hanno incrementato i valori di borsa, hanno contribuito alla ricapitalizzazione delle banche, ma non si sono convertiti in investimenti produttivi. Le banche infatti continuano a praticare il credit crunch.
In Europa cresce la asimmetria delle economie tra paesi del nord e del sud. Asimmetria che va di pari passo con la sperequazione sempre più accentuata tra l'incremento delle quotazioni della economia finanziaria e l'andamento recessivo dell'economia reale, funestata, tra l'altro, dalle incertezze della crisi ucraina. Gli squilibri nella UE avanzano e si stanno manifestando i presupposti di una nuova crisi che potrebbe rimettere in discussione i fondamenti sia della UE che dell'unificazione monetaria. Dinanzi a questa perdurante crisi senza sbocchi, la parola spetta dunque alla politica, alla critica sociale di un sistema finanziario che si è rivelato fallimentare e potrebbe in tempi non lontani implodere.

ma pur di difendere gli usa occultando ciò che fanno si continua la propaganda anti tedesca

Fin dall'Istituzione della BCE la quota della banca tedesca era la più ingente, intorno al 23% (vado a memoria), non è proprio una flash new. Mi hanno insegnato che in un sistema capitalista chi mette i soldi detta le regole. Evidentemente se c'è la Germania è diverso, sembra che NON SIA la banca in sé ed il suo funzionamento il problema, ma la nazionalità. Volete mettere? Avere debiti con le banche francesi sarebbe altra cosa no?

Il Financial Times  mette in luce il trattamento preferenziale riservato alle banche tedesche nei prossimi stress test, nonostante che la più grande economia dell'eurozona si trovi sicuramente in zona "bolla immobiliare"...continua al link sopra

Sembra che se le banche italiane siano arrivati ad 160 MILIARDI di sofferenze. Ma sta a vedere che sarà colpa della Germania, un modo per fingere che il nostro sistema bancario sia a posto ma che il trattamento di favore di cui ciancia il FT farà vedere un'altra cosa

Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph riporta che l’istituto tedesco DIW ha improvvisamente aperto all’ipotesi di un QE europeo per scongiurare la deflazione, sconfessando così le parole tranquillizzanti di Mario Draghi... (Ma in realtà noi sappiamo che da un lato la BCE da sola non basta, e dall'altro le politiche fiscali espansive sono incompatibili con l'euro)

Oh vedete che ci sono altri "combattenti" contro il rigore che come Sapelli vogliono una BCE come la FED, che possa iniettare quattrini a palate senza interruzione di sorta.
E come è noto i QE vanno ai pensionati, ai disoccupati, alla sanità, alla scuola MICA AI BANCHIERI.....
Sarebbe una bella fortuna per quegli investitori USA che si stanno riempiendo di titoli delle banche dei paesi Piigs........

grafici al link in fondo

Il mondo della finanza poggiato sul…nulla!
Scritto il 12 marzo 2014 alle 14:30 da Danilo DT

Nel post di ieri ci chiedavamo se stiamo affogando nei debiti. 100 trilioni di USD, un’enormità.
E in questo scenario teoricamente apocalittico, il ruolo delle banche centrali è quanto mai evidente. Siamo dentro una fase di fiat money. Il denaro viene creato dal nulla e il suo valore non è legato a basi intrinseche, bensi dala semplice fiducia per quello che rappresenta. Un ragionamento che di per se già dovrebbe far paura. Ma è la realtà. L’Economia di oggi si basa su questi principi, quanto mai relativi e teorici. I tempi di Bretton Woods sono molto lontani. E di certo c’è uno scollamento evidente tra riserve e cartamoneta stampata. Tanto per renderci conto, vi riporto quel grafico sui bilanci delle banche centrali.

Se la BCE ha tirato un freno, grazie alle restituzioni progressive dell’LTRO, ecco che invece BOJ (Giappone) e FED (USA) continuano nella loro attività di pompaggio. Insieme le due banchem come ricordato da Fugnoli nella sua newsletter, regaleranno al mercato nel 2014 la bellezza di 1.7 trillioni di USD. Una follia.
Anche la liquidità immessa dalla Fed ogni mese con il Quantitative easing è stata finora di volume molto superiore rispetto a quella immessa dalla Banca del Giappone, sia in assoluto sia in rapporto alle dimensioni delle due economie. Nei prossimi mesi, tuttavia, le cose cambieranno radicalmente. La Fed, che cercherà di rispettare in tutti i modi il calendario di tapering che si è data, aumenterà quest’anno la sua base monetaria di 0.8 trilioni e alla fine del 2014 avrà chiuso completamente il rubinetto. La Banca del Giappone creerà per contro 0.9 trilioni. Si noti che il Pil americano supera i 16 trilioni, quello giapponese, con la svalutazione dello yen, è sceso sotto i 6 trilioni.

I bilanci delle banche centrali
Ho trovato molto interessante, sotto questo aspetto l’ultima newsletter di Bill Gross di PIMCO: vi lascio qui la sintesi di tutto il discorso.
Quanto detto da Bill Gross collima perfettamente con quanto sosteniamo da mesi.

a) le banche centrali sono determinanti per i prezzi di tutte le asset class
b) tutto si regge su una parola: “fiducia
c) visto quanto detto sopra, le banche centrali non lasceranno il mercato orfano e quindi ci sono ancora buone prospettive per le asset class più rischiose, se non cambia qualcosa di importante
d) e se la fiducia abbandona le banche centrali, allora cambia tutto.

Certo che tra derivati, debiti, fiat money e sistema che si poggia sulla fiducia, occorre ammetterlo. Siamo messi proprio bene…
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4 commenti:

  1. Ciao Barbara, che ne pensi della notizia (non riportata dai media come al solito) che la Banca d'Inghilterra ha deciso di tagliare il debito di 600 mld?
    http://www.independent.co.uk/news/business/news/mark-carney-bank-of-england-will-never-fully-unwind-qe-9184330.html

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  2. Non si può tagliare un debito che non esiste, è una grande truffa dei banchieri, quando lo capiremo tutti la crisi svanirà...
    Dove son i creditori? Vi aspetto, venitemi a prendere!
    Ciao

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  3. Ciao Eleonora, scusami se ti rispondo solo ora, son stata incasinata.
    Beh come anticipato da krommino è una truffa e forse, preferiscono "rinunciare" ad una quota che tanto non spettava loro piuttosto che continuare a non incassare. Forse, dico forse, così possono togliere dalle passività delle insolvenze in vista degli stress test.
    Ma davvero, sto solo speculando ma sono certa che gli sviluppi aiuteranno a capire il vero obiettivo di questa apparente "bontà"..
    Grazie Eleonora per la segnalazione

    Krom, pure io li aspetto, ho sempre la motosega accesa eh eh

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  4. Grazie della risposta Barbara. Anche io ritengo che il debito sia una truffa e che lo creino e lo distruggano a piacimento per sottrarre beni reali alla gente. E' per questo che notizie del genere vengono doverosamente silenziate. Qualora si scoprisse l'inganno non potrebbero più beneficiarne. Krommino vanno a prendere tutti le tasse le paghi volente o nolente. Incassano sempre: dirette indirette fino a ridurti a schiavo. Tu dirai basta non avere nulla infatti è quello che otterranno e stai tranquillo che anche in quel caso ti costringeranno a lavorare a gratis! Grecia docet. Spero solo che mi rimanga accesa la motosega :)

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