Accademia Mediterranea per l’Agroecologia e la Vita (AMA la Vita)
Intervengano Carabinieri e Sindaci con ordinanze Sanitarie e si distruggano i campi illegittimi di OGM, in Friuli come in tutta Italia
La Coldiretti fa un blitz sui campi illegali di OGM, Greenpeace intende spiantarli direttamente gli OGM … tutti protestano…
Mentre l’Associazione Maiscoltori fa un’affermazione gravissima quando dice che i semi di Mais venduti in Italia sono contaminati da OGM.
Si ricorda che per le sementi in Italia per legge è prevista l’Assenza di OGM, senza nessuna tolleranza nè soglia di presenza accettabile. La sceneggiata continua… così come il tentativo di Contaminazione da OGM, il vero obiettivo delle Multinazionali che vogliono distruggere le tradizioni Agroalimentari locali, in particolare Italiane.
Intervengano i Carabinieri e, se necessario, anche i Sindaci con ordinanze sanitarie e si distruggano immediatamente i campi OGM illegittimi e quelli con sementi contaminate. Ci devono andare i Carabinieri e/o le Guardie Comunali a spiantare gli OGM, come hanno fatto qualche anno fa su iniziativa del Procuratore Guariniello, quando vennero rilevate contaminazioni sui lotti di sementi corrispondenti. Non basta certo l’intervento della Coldiretti e degli Ambientalisti.
Continua il gioco delle parti? Che le parti Istituzionali e legali, allora, entrino in gioco e mettano fine a questa incivile e pericolosa, illegittima e provocatoria sceneggiata, che mette a rischio di Irreversibile contaminazione da OGM il nostro territorio. Che i cittadini e gli agricoltori italiani portino in tribunale i responsabili di questo Reato. E se a PORDENONE, o in qualsiasi altro luogo italiano, tra un mese, ci fossero ancora piante OGM, con “FALLOUT TRANSGENICO”…allora qualcuno dovrà CONDANNARE i contadini che hanno seminato e soprattutto la ditta produttrice del MAIS OGM in base al documento scientifico allegato.
Interessante anche il recente lavoro uscito in Francia di Joel Spiroux de Vendomois, che ha dimostrato la cito-tossicità epato-renale di tre varietà di mais transgenico (NK 603, MON 810, MON 863): Spiroux de Vendomois J.: A comparison of the effects of three GM Corn varieties on Mammalian Health, International Journal of Biological Sciences, 2009, 5, pp: 706-726
Appello al Ministro dell’Agricoltura Galan: “ITALIA LIBERA DA PESTICIDI E OGM”
A seguito del divieto di coltivazione, del Mais OGM, Mon 810, decretato dal Ministro Zaia è ora necessario:
- applicare la clausola di salvaguardia nazionale prevista dalla Dir. 2001/18/CE, notificandola alla Commissione UE ed applicandola anche alla Patata Amflora e a tutte le importazione di OGM e non solo al divieto di semina. Sono ben 32 gli OGM autorizzati per l’alimentazione umana ed animale in Europa e quindi in Italia, nascosti negli alimenti attraverso il “Cavillo di Troia” della soglia di (in)tolleranza allo 0,9% (9 grammi per kg) senza etichettatura.
- In mancanza di decreti ministeriali per la tutela sanitaria e ambientale intervengano i Sindaci dei Comuni con Ordinanze Sanitarie di divieto di semina e commercio di OGM, in applicazione dell’Art. 32 della Costituzione
- indire, con decreto ad hoc, il referendum consultivo (obbligatorio per la stessa Dir. 2001/18/CE), preliminare ad ogni decisione sugli OGM, per il rischio di irreversibile contaminazione della catena alimentare e dell’ambiente in generale attraverso il TGO (trasferimento genico orizzontale di DNA transgenico attraverso la digestione, la degradazione ambientale, l’acqua, i microrganismi del terreno, le catene alimentari, ecc).
- imporre la tolleranza ZerOGM in ogni prodotto agro-alimentare, come nelle sementi, secondo corretti criteri di Biosicurezza, per evitare ogni contaminazione dell’ambiente e degli alimenti biologici e/o convenzionali, rendendo nel contempo possibili i controlli di presenza/assenza, oggi vanificati dalle soglie di tolleranza senza etichettatura.
- salvaguardare il diritto dei coltivatori a non voler produrre prodotti contaminati da ogm e dei consumatori a non alimentarsi con gli stessi. Attraverso la corretta informazione, garantita da una recente sentenza della Corte di giustizia Ue.
- Elaborare un Piano Nazionale di Riconversione Biologica dell’Agricoltura, attraverso le enormi risorse disponibili nelle Misure Agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale 2007-2013 delle Regioni.
Allegato: piano di riconversione biologica dell’agricoltura italiana
1. Evitare distrazione di fondi verso una fittizia Agricoltura Integrata, concorrenziale all’Agricoltura Biologica
2. Pagamenti Agroambientali sufficienti alla Riconversione Biologica delle diverse coltivazioni (superficie agricola nazionale)
- Seminativi avvicendati, Cereali e leguminose da granella: 3.000.000 Ha x 400 €/ha in media di pagamento agroambientale = 1,2 Miliardi di € (il pagamento oggi previsto dalle Regioni è di circa 200 €/ha, insufficiente)
- Mais: 800.000 ha x 600 €/ha = 0,48 miliardi di €
- Olivi: 1.000.000 ha x 500 €/ha = 0,5 Miliardi di €
- Vigneti: 700.000 € x 700 €/ha = 0,5 miliardi di €
- Frutteti: 400.000 ha x 1.500 € /ha = 0,6 miliardi di €
- Orticoltura: 200.000 ha x 2.500 €/ha = 0,5 miliardi di €
- Prati avvicendati, Pascoli e Prati Pascoli 3.500.000 di ha x 100 € ha = 0,35 miliardi di €
Totale di spesa prevista: 4 miliardi di € all’anno
avanzano anche fondi per coltivare il Tabacco Biologico: 30.000 ha x 5.000 €/ha
Benessere Animale: 400 € per unita bovina adulta (UBA) allevata in biologico (corrispondente a 3 maiali, 7 pecore, 100 galline, ecc) x 3.000.000 di UBA = 1,2 miliardi di €.
In tal modo avremmo liberato la zootecnia italiana dalla necessità di importare mangimi contaminati da OGM
La zootecnia Biologica sarebbe sufficiente a fornire almeno 500 grammi di carne a settima procapite e molto di più in equivalenza di latticini
Abbiamo ancora a disposizione oltre 17 miliardi di € da spendere per i PSR Regionali, con priorità fino al 70% per i Pagamenti Agroambientali all’Agricoltura Biologica (circa 12 miliardi di € disponibili) nel periodo 2010-2013.
In pratica Possiamo riconvertire quasi tutta l’Italia al Biologico. Oggi, non domani !
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica
Non potabili: 119 pesticidi nelle acque italiane
Gianni Lannes
Una classica serie: quello che il potere nasconde agli italiani già anestizzati dal berlusconismo imperante. Un segreto tombale sepolto in un cassetto ministeriale. Le acque italiane contaminate da 119 tipi di pesticidi. Un fenomeno che investe le falde idriche. E’ quanto emerge da un rapporto insabbiato “sul piano nazionale di monitoraggio delle acque interne, superficiali e sotterranee” dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Apat). Dei pesticidi rinvenuti 112 sono stati rintracciati nelle acque superficiali, 48 in quelle sotterranee. «Nelle acque superficiali – spiega il Rapporto – è stata riscontrata la presenza di residui in 485 punti di monitoraggio (47 per cento del totale), nel 27,9 per cento dei casi con concentrazioni superiori al limite stabilito per le acque potabili....
Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati 630 punti di monitoraggio (24,8 per cento del totale), nel 7,7 percento dei casi con concentrazioni superiori ai limiti di potabilità». L’Apat sottolinea che, a fronte di un consumo annuo di pesticidi di 150 mila tonnellate con circa 400 principi attivi utilizzati, varie sono le maggiori criticità sul territorio nazionale, tra cui «la contaminazione da terbutilazina diffusa in tutta l’area padano-veneta ed evidenziata anche in alcune regioni del Centrosud: risulta presente nel 51,5 per cento dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 16,15di quelli delle acque sotterranee». La ricerca ha rilevato inoltre che «ancora diffusa a distanza di un ventennio dal divieto, è la presenza di atrazina, residuo di una contaminazione storica imputabile al forte utilizzo fatto in passato». Segnalate anche specificità legate al territorio di alcuni pesticidi, come la contaminazione da bentazone, erbicida utilizzato nelle risaie e quindi presente soprattutto in Piemonte e nella zona sud-ovest della Lombardia.
Una classica serie: quello che il potere nasconde agli italiani già anestizzati dal berlusconismo imperante. Un segreto tombale sepolto in un cassetto ministeriale. Le acque italiane contaminate da 119 tipi di pesticidi. Un fenomeno che investe le falde idriche. E’ quanto emerge da un rapporto insabbiato “sul piano nazionale di monitoraggio delle acque interne, superficiali e sotterranee” dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Apat). Dei pesticidi rinvenuti 112 sono stati rintracciati nelle acque superficiali, 48 in quelle sotterranee. «Nelle acque superficiali – spiega il Rapporto – è stata riscontrata la presenza di residui in 485 punti di monitoraggio (47 per cento del totale), nel 27,9 per cento dei casi con concentrazioni superiori al limite stabilito per le acque potabili....
Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati 630 punti di monitoraggio (24,8 per cento del totale), nel 7,7 percento dei casi con concentrazioni superiori ai limiti di potabilità». L’Apat sottolinea che, a fronte di un consumo annuo di pesticidi di 150 mila tonnellate con circa 400 principi attivi utilizzati, varie sono le maggiori criticità sul territorio nazionale, tra cui «la contaminazione da terbutilazina diffusa in tutta l’area padano-veneta ed evidenziata anche in alcune regioni del Centrosud: risulta presente nel 51,5 per cento dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 16,15di quelli delle acque sotterranee». La ricerca ha rilevato inoltre che «ancora diffusa a distanza di un ventennio dal divieto, è la presenza di atrazina, residuo di una contaminazione storica imputabile al forte utilizzo fatto in passato». Segnalate anche specificità legate al territorio di alcuni pesticidi, come la contaminazione da bentazone, erbicida utilizzato nelle risaie e quindi presente soprattutto in Piemonte e nella zona sud-ovest della Lombardia.
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