domenica 1 agosto 2010


Questa è la foto che ritrate il coraggioso Primo Ministro Ungherese Viktor Orban, sperando non sia la prossima vittima della global elite che mal accetta chi si oppone ai diktat, sono veramente felice di constatare che la "scomparsa" di Kacinsky non abbia intimorito chi si oppone all'UE.
Mi rattrista che l'Italia sia invece fedelissima.
Mentre Obama da oltre una anno, (passatemi il termine) ce la mena con i banksters ai quali avrebbe promesso punizioni esemplari ma ai quali ha riservato generosi piani di salvataggio, l'Ungheria senza tanti proclami anzi, attirandosi solo critiche, ha TASSATO le banche. Quando si dice "Fatti, non parole".
Barbara

L'Ungheria dà il benservito a FMI e UE
Il 22 luglio il Parlamento ungherese ha approvato il pacchetto di "rivoluzione economica nazionale" del Primo Ministro Viktor Orban con la stragrande maggioranza di 301 voti favorevoli, 12 contrari e un'astensione. Il pacchetto include una tassa sulle banche da utilizzare per ridurre il disavanzo e numerose restrizioni sull'elargizione di credito, misure duramente criticate dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e che il 17 luglio hanno condotto alla spettacolare rottura dei colloqui tra il FMI e il governo di Budapest.

La decisione dell'FMI di "punire" l'Ungheria bloccando la tranche rimanente di 5,5 miliardi di Euro di un prestito di 20 miliardi concesso due anni fa, è stata ridicolizzata dal governo ungherese, che ha detto che può fare a meno della dubbiosa assistenza del Fondo. E Janos Llazar, presidente del gruppo parlamentare del partito di governo FIDESZ, ha dichiarato che "nonostante le pressioni dell'FMI non abbiamo intenzione di spremere ulteriormente i poveri".

Il dibattito parlamentare sul pacchetto legislativo è stato introdotto da Orban con le seguenti parole: "Suggerisco di studiare e spiegare il nostro rapporto con le istituzioni finanziarie internazionali da una nuova prospettiva… Intendiamo ristabilire la sovranità economica dell'Ungheria, perché senza di essa non c'è alcuna crescita economica". L'accordo con il FMI firmato dal governo precedente aveva spinto il paese in una trappola debitoria, ha aggiunto, ma il programma a 29 punti proposto dal suo governo condurrà l'Ungheria fuori da questa trappola. Si noti che nel primo discorso pronunciato dopo aver assunto il mandato, Orban ha insistito sulle evidenti differenze tra il capitalismo speculativo ed il capitalismo produttivo, sottolineando che il suo governo ha risolutamente adottato quest'ultimo.
Sul piano per una tassa sulle banche, il Ministro dell'Economia Gyorgi Matolcsy ha spiegato che il piano ungherese "ha provocato una tempesta nella comunità economica globale".

Questo ha meno a che fare con l'Ungheria, che è un piccolo paese, ha aggiunto, quanto con "il timore che se l'Ungheria introdurrà una tassa sulle banche di questa portata, Germania, Francia, Gran Bretagna, Romania e Slovacchia potrebbero seguire l'esempio".In effetti l'Ungheria non è la sola ad opporsi al Fondo Monetario. Ha ricevuto il sostegno dagli altri tre governi del gruppo Visegrad-4 (Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia) al vertice di Bratislava del gruppo tenutosi il 21 luglio. I quattro leader hanno deliberato di coordinare i propri passi prima di ciascun importante incontro dell'UE, per assicurarsi che, come l'ha messa Orban "nessuna cortina di ferro, questa volta delle finanze, divida i nostri paesi dal resto dell'Europa".

Dalla Slovacchia, che ha assunto la presidenza del gruppo Visegrad-4 per i prossimi 12 mesi, il Primo Ministro Iveta Radicova ha annunciato che non continuerà coi drastici tagli al bilancio decisi dal governo precedente. Il popolo slovacco, ha dichiarato, ha sofferto molto negli anni Novanta e all'inizio del millennio, quando i suoi livelli di vita sono stati ridotti del 10% per salvare il sistema bancario. "Questo non accadrà di nuovo; la popolazione non può essere continuamente vittima di governi irresponsabili" ha concluso.

Disgraziatamente, invece di sostenere le iniziative di questi paesi in difesa delle loro popolazioni, i governi francese e tedesco propongono di imporre dure sanzioni sugli stati che non accettano i criteri di Maastricht. E ogni governo europeo occidentale ha pronta una manovra durissima per la propria popolazione. Gli stessi governi, però, non sopravvivranno ai programmi di austerità da essi imposti.

In Francia, nel mezzo degli scandali che hanno gettato la presidenza Sarkozy nella crisi più grave della propria esistenza, alcuni media hanno iniziato a paragonare il Primo ministro Francois Fillon a Pierre Laval, che applicò una politica di tagli al bilancio che debilitarono la capacità francese di mobilitarsi economicamente e militarmente contro la Germania nel 1940, e divenne in seguito la principale figura del regime filonazista di Vichy.

In Italia, benché il programma di austerità sia modesto in confronto con quello degli altri partner dell'UE, la popolazione lo ha giustamente percepito come una svolta e ha punito nei sondaggi Berlusconi, alle prese con le spinte centrifughe della maggioranza, portandolo per la prima volta al di sotto del 50 per cento. 

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